Beatrice è un’educatrice e sta studiando per diventare coordinatrice dei servizi educativi e sociali presso l’Università Roma Tre di Roma. Ha da poco concluso la sua esperienza di tirocinio all’interno della Casa di Davide e ci ha scritto un messaggio che davvero rappresenta la vita alla Casa di Davide e vogliamo condividerlo con voi

“Ciao a tutti,

mi chiamo Beatrice, sono un’educatrice e sto studiando per diventare coordinatrice dei servizi educativi e sociali presso l’Università Roma Tre di Roma.

Ho da poco concluso la mia esperienza di tirocinio all’interno della Casa di Davide, una realtà di cui non conoscevo l’esistenza e che ho scoperto offrire un grande supporto alle famiglie che ospita, rendendo il periodo di lontananza da casa, per via della malattia, un momento di socializzazione e condivisione.

Ho deciso di svolgere il mio tirocinio presso la Casa di Davide dopo aver approfondito per un esame il ruolo dell’educatore in corsia, in particolare nel reparto pediatrico di onco-ematologia, e ne sono rimasta colpita.

Durante questi mesi ho avuto la possibilità osservare da vicino le importanti iniziative che vengono portate avanti dall’Associazione e quelle realizzate all’interno della Casa, tra cui attività, laboratori artistici creativi, momenti di gioco, uscite e progetti che si pongono l’obiettivo di migliorare la Qualità della Vita dei bambini/e e dei ragazzi/e, oltre che delle loro famiglie.

Ho avuto la possibilità di partecipare alle attività della pet therapy: un momento molto atteso dai ragazzi, in cui si costruiscono dei ricordi da condividere e custodire, e dove, insieme alle terapiste, si creano dei giochi da fare con gli animali. Tutto questo comporta molteplici benefici, tra cui gli effetti positivi sull’umore e sullo stato psicologico, la riduzione della sensazione di ansia e di paura, permettendo di stabilire una relazione significativa con l’animale e con il gruppo.

È stata un’esperienza che mi ha arricchito moltissimo. Dal punto di vista professionale, ho avuto modo osservare il ruolo fondamentale che il pedagogista svolge all’interno di una casa-famiglia, e in particolare in un contesto come questo, nel quale è importante educare alla resilienza, costruire una continuità con il mondo esterno, tramite le uscite, i momenti di socializzazione e di condivisione, in modo tale da spostare l’attenzione dal pensiero della malattia, attraverso la riscoperta delle proprie abilità e dei propri interessi. In più, a livello personale, mi sono messa in gioco, scoprendo nuovi lati di me e imparando da tutte le persone stupende che ho conosciuto in questi mesi: sono sempre stata accolta con il sorriso e fin da subito mi sono sentita parte del gruppo, in cui ognuno dà il suo contributo nel miglior modo possibile.

Ringrazio l’Associazione, i ragazzi/e e le loro famiglie e le pedagogiste per avermi dato la possibilità di conoscere questa realtà: sono stati dei mesi intensi e ricchi di momenti che non dimenticherò.

Beatrice Lemma”

Una lettera d’amore per tutti noi, che ci dimostra, ancora una volta, che fare del bene porta del bene e aiutando gli altri siamo a nostra volta aiutati, nel profondo.